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A Milano c’è chi dice no all’Ucraina autocratica e alla russia imperiale

L’Associazione “Radicali senza fissa dimora” si mobilita a Milano per richiedere la liberazione della Leader dell’Opposizione Democratica ucraina, Julija Tymoshenko, ed il ripristino della democrazia a Kyiv. Il Segretario Di Salvo: “un caso di deficit democratico e di emergenza energetica su cui l’Italia sbaglia a restare inerte”

“Julija Tymoshenko libera, Ucraina democratica!”. E’ questo lo slogan con cui sabato, 4 Febbraio, l’Associazione “Radicali Senza Fissa dimora” ha organizzato un presidio, in pieno centro a Milano, per richiedere la liberazione della Leader dell’Opposizione Democratica ucraina dalla detenzione in isolamento. Julija Tymoshenko è stata condannata a sette anni di galera – più tre di interdizione dalla vita politica – nell’ambito di un’ondata di repressione del dissenso che, oltre a lei, ha colpito un’altra decina di esponenti del campo “arancione” filo-europeo.

Come evidenziato dal Segretario di “Radicali Senza Fissa Dimora”, Marco Di Salvo, il deficit democratico in Ucraina ha raggiunto livelli preoccupanti, su cui la comunità italiana non può non riflettere. L’arresto di un esponente dell’Opposizione, a prescindere dal suo passato più o meno pulito, non può essere tollerata se motivata per scopi politici, come accaduto alla Tymoshenko: vittima di un preciso piano organizzato per eliminare la principale avversaria dell’attuale Presidente, Viktor Janukovych.

“In Ucraina la guida del dissenso è stata condannata alla detenzione in isolamento in un carcere periferico, dopo un processo, a dir poco irregolare, in cui la difesa è stata privata di ogni diritto. La questione della giustizia e dei diritti dei carcerati sta a cuore alla nostra associazione, in Italia come altrove: per questo motivo siamo profondamente turbati per la situazione a Kyiv, esemplificata dal caso Tymoshenko” ha dichiarato Di Salvo.

Pieno appoggio all’iniziativa è stato espresso dal portale giornalistico “Lombardi nel Mondo”, il cui direttore, Daniele Marconcini, ha sfidato ritardi ferroviari e gelo invernale per dimostrare, con la propria presenza, sensibilità e attenzione circa lo stato della democrazia in Ucraina. Venuto a conoscenza dei dettagli del caso Tymoshenko, Marconcini ha preso a cuore la situazione della Leader dell’Opposizione Democratica non solo in quanto cittadino lombardo, italiano ed europeo, ma sopratutto come editore di un portale giornalistico che, proprio sul rispetto della libertà di stampa e di espressione, fonda il proprio lavoro.

“Ho appoggiato sempre le cosiddette “Minoranze Silenziose”, come lo sono oggi l’Opposizione Democratica ucraina, la Signora Tymoshenko sua Leader, e l’organizzazione di questa manifestazione: atta a sensibilizzare l’opinione pubblica italiana su un caso che è molto più legato all’Italia di quanto si percepisca” ha dichiarato Marconcini.

Il perché di questa vicinanza è stato illustrato da Matteo Cazzulani: giornalista free-lance, ed unico reporter italiano a seguire il processo Tymoshenko, nel pieno dell’estate di Kyiv, direttamente dall’aula di tribunale. Oltre che dalla comune appartenenza all’Europa per motivi storico-culturali, Italia e Ucraina sono legate dal fattore energetico, poiché la principale rete di gasdotti che rifornisce il Belpaese direttamente dalla Russia – dal cui gas Roma dipende fortemente – attraversa tutto il territorio ucraino.

“Il Presidente Janukovych ha perso il sostengo dell’Europa, e presto sarà costretto a cedere i gasdotti ucraini alla Russia: libera, così, di un baluardo che, fino ad oggi,  anche grazie al carisma di Julija Tymoshenko, ha impedito l’espansione diretta di Mosca nel mercato energetico europeo. La Leader dell’Opposizione Democratica è stata condannata per avere firmato accordi onerosi, con cui, il 19 Gennaio 2009, ha tuttavia salvaguardato l’indipendenza energetica dell’Ucraina, garantito al suo popolo un inverno al caldo, e permesso all’Europa l’afflusso di gas. Per questa ragione, non è assurdo definire la Tymoshenko una “paladina dell’indipendenza energetica europea”, e quindi anche dell’Italia” ha dichiarato Cazzulani.

La tematica energetica è stata il leit motiv anche degli interventi successivi, da cui è emerso che un’Ucraina indipendente, democratica e sovrana entro i propri confini è garanzia per la sicurezza energetica dell’Europa, in quanto rende impossibile alla Russia la realizzazione della propria politica imperiale. Con l’arma del gas, Mosca punta sia al mantenimento della propria egemonia nella compravendita dell’oro blu, sia al possesso totale o parziale dei gasdotti dei Paesi dell’Unione Europea: per i quali il monopolista russo del gas, Gazprom, ha già firmato accordi con Francia, Germania, Slovenia e Slovacchia.

Per il Cremlino, il controllo del sistema infrastrutturale ucraino diventa così un passo fondamentale per unire le condutture russe a quelle già ipotecate nel Vecchio Continente: una soluzione che inasprisce la dipendenza dell’Europa dalla Russia, e pone a serio repentaglio la sicurezza nazionale dei singoli Paesi dell’UE, tra cui l’Italia.

Per questa ragione, molti tra gli intervenuti si sono detti concordi nel ritenere la mancata adesione di associazioni e privati cittadini attivi nella difesa dei diritti umani in altre parti del Mondo come un gesto di noncuranza nei confronti dell’interesse nazionale dell’Italia. Ciò nonostante, preso atto dello stretto collegamento tra la situazione energetica del Belpaese e quella politica di Kyiv, i presenti si sono detti convinti che alla prossima manifestazione pubblica in sostegno di Julija Tymoshenko e della democrazia in Ucraina il numero degli aderenti, anche solo in via formale, incrementerà.

Dichiarazioni in sostegno alla manifestazione sono pervenute dall’insigne ucrainista dell’Università “La Sapienza” di Roma, Oxana Pachlovska, e dal giornalista e saggista Massimiliano Di Pasquale: impossibilitati a raggiungere Milano per via delle condizioni climatiche, e dei conseguenti ritardi ferroviari.

Julija Tymoshenko

Nota per la bionda treccia e per aver guidato il processo democratico in Ucraina passato alla storia come “Rivoluzione Arancione”, Julija Tymoshenko, ex-Primo Ministro, è stata condannata, l’11 Ottobre 2011 a sette anni di detenzione in isolamento per abuso d’ufficio nel corso della firma dei contratti per le forniture di gas del Gennaio 2009 con l’allora suo collega russo, Vladimir Putin.

La sentenza, maturata dopo un processo dalla dubbia regolarità ed imparzialità – con la Tymoshenko rinchiusa preventivamente in carcere, la difesa sistematicamente privata dei propri diritti, e le prove fabbricate ad hoc: addirittura datate il 31 Aprile! – è stata confermata dalla Corte d’Appello il 24 Dicembre 2011.

Prima di questo, la Leader dell’Opposizione Democratica, già in galera, ha subito un secondo arresto perché ritenuta potenzialmente pericolosa per il proseguo delle indagini in cui è imputata per evasione fiscale durante la presidenza della JEESU: il colosso energetico guidato prima della discesa in campo del 1998.

Questa seconda sentenza è stata emanata dopo una sentenza celebrata al limite del macabro: con giudice e Pubblica Accusa nella cella del’ex-Primo Ministro, seduti attorno al letto in cui la Tymoshenko era costretta a giacere per via delle precarie condizioni di salute – costantemente trascurate dalle Autorità carcerarie.

Il 30 Dicembre, la Leader dell’Opposizione Democratica è stata deportata nella colonia penale Kachanivs’kyj di Kharkiv: allontanata dal centro della politica e dagli affetti famigliari alla vigilia di Capodanno – Festività che in Ucraina ha il medesimo valore del Natale cattolico: con le famiglie riunite per trascorrere assieme la ricorrenza.

Appelli per la liberazione della Tymoshenko e per la garanzia di cure sanitarie da parte di medici indipendenti alla Leader dell’Opposizione Democratica sono stati lanciati a più riprese – sempre invano – da parte di Unione Europea, Consiglio d’Europa, Stati Uniti, Canada, NATO, OSCE, e principali ONG internazionali indipendenti, tra cui Freedom House ed Amnesty International.

 

Matteo Cazzulani 

Contatti: tymoshenkolibera@gmail.com

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