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Qual è il limite nell’amore per gli animali?

Spesso il livello di benessere di un paese risulta essere un fattore determinante nell’orientare gli usi e le abitudini delle persone che ci vivono, nell’indicare loro ciò che è giusto o sbagliato e nel determinare le loro priorità. Vi sono realtà, frequenti nei paesi più industrializzati, in cui, il denaro e la solitudine portano la gente compiere verso gli animali gesti stravaganti e talvolta assurdi, e realtà in cui quegi stessi animali minacciano la sicurezza e l’integrità fisica delle persone.

 

Amori ed eccessi

Pannolini, dentifricio, calmanti, creme solari, passeggini, carni pregiate per cani e gatti con il palato fine – ecco alcuni esempi di assortimento delle boutique italiane per animali. Gli eccessi nei confronti degli animali sono stati ben illustrati in uno dei servizi del programma di attualità “Le Iene”. I romani benestanti portano i loro animali domestici all’asilo per cani, non per allenarli o per il loro addestramento, ma semplicemente per svago. Gli animali vengono prelevati da casa con un “Bau-bus”, condotti in centri in cui trovano specialisti che si occupano della loro integrità psicologica, personale in grado di risolvere i loro “problemi sociali”. Una delle clienti di questo paradiso canino racconta ai telespettatori che il budget del suo cane ammonta, oltre alle spese per asilo (250 €), a 5 euro al giorno per il riso, le carni di prima scelta e i biscotti. “A volte mi vergogno a comprare per lui lo spezzatino “per i cristiani” – confessa la donna. Vi ricordo che  l’assegno sociale, destinato agli anziani indigenti, è di  5577 euro l’ anno. Certo non basterebbe a far sopravvivere, in quelle condizioni, il cane della signora…

E che dire del caso del maiale vietnamita tenuto come animale domestico da un’latra famiglia romana? Un animale di 100 chili che fa il bagnetto nella vasca dei padroni con uno shampoo per i bambini: “Dopo gli mettiamo la crema idratante alle fragoline di bosco, perche la sua pelle è delicata” – confessa la sua padrona. La dieta dell’animale prevede verdure cotte, coca-cola e crusca biologica per favorire… la digestione. La famiglia del maiale preoccupandosi del suo peso-forma lo nutre con latte di soia. Cerca inoltre di risolvere i suoi problemi psicologici, sostenendo che il suino ha ricevuto un trauma psicologico, in quanto allontanato dalla mamma troppo presto.

Enrico Lucci, l’autore del servizio che ci ha mostrato queste assurde realtà sostiene: “Una cosa simile sarebbe stata impossibile anche solo pochi anni fa”.
Cure simili che superano di gran lunga le questioni della necessità animale, potrebbero essere definite uno schiaffo alla modesta vita di tanti esseri umani in Italia e nel mondo? Per star bene, in fondo agli amici a quarto zampe bastano un po’ di latte, qualche scatoletta e tante coccole.

Crisi dell’amore?

Il fenomeno dell’abbandono degli animali non è raro in Italia. Ricordiamo i numerosi  casi di cani e gatti abbandonati sulle autostrade nel periodo delle ferie. Soltanto nei primi sei mesi del 2010 la task force attivata dal Ministero della Salute, per la “tutela degli animali d’affezione, la lotta al randagismo” ha contato ben 95mila ospiti dei canili raccolti per le strade d’Italia. Il Natale 2011 è stato segnalato dagli animalisti come quello dei record degli abbandoni con 137 segnalazioni, nonostante l’abbandono sia un crimine in base alla legge 189/04 punibile con l’arresto fino ad un anno o con un’ammenda sino a 10.000 euro. Tali azioni dei cittadini sono stati parzialmente giustificate dagli effetti della crisi economica.

Secondo gli analisti economici la vera crisi si farà sentire ancor di più nel corso del 2012, e già nei primi mesi di quest’anno lo “Sportello dei Diritti” denuncia l’allarme randagismo. Le ovvie sofferenze di milioni di italiani sotto la soglia della povertà o comunque a rischio, si rifletteranno sulle condizione degli animali che direttamente subiranno le conseguenze del peggioramento generalizzato delle condizioni economiche.  In diverse città già sono aumentati gli abbandoni degli amici a quattro zampe.

Il problema degli abbandoni si riflette anche sulla politica: Gianfranco Bardanzellu, consigliere regionale del Pdl in Sardegna, ha proposto di sopprimere i troppi cani abbandonati in attesa di migliorare le strutture di accoglienza, educare alla sterilizzazione e punire chi abbandona gli animali. Bardanzellu ha anche fatto sapere che un Comune della provincia di Oristano gli ha scritto per dirgli “che da loro si spendono 30mila euro all’anno per i cani randagi e 15mila euro per la mensa dei bambini.”

Randagismo e Euro 2012
L’Ucraina è stata attaccata dagli animalisti per i suoi metodi di contenimento della popolazione degli animali randagi, dopo che, insieme alla Polonia le è stato assegnato l’onore di ricevere i Campionati Europei 2012 – un evento sportivo che faceva gola a numerosi altri paesi.

Questo Stato attualmente vive una situazione economica complessa e la maggior parte degli ucraini non può permettersi di spendere neppure una piccola parte del proprio stipendio per la sterilizzazione degli animali domestici. Ne consegue che sulle strade delle città e dei villaggi circolano numerosi branchi di cani, che durante i rigidi inverni diventano aggressivi e pericolosi. Inoltre nell’ultimo anno sono state registrate molte aggressioni a persone e addirittura diversi casi di rabbia. In questa situazione, diminuire la popolazione dei randagi che minacciano la sicurezza della popolazione diventa una necessità.

Vorrei far notare che la morte per assideramento di 112 ucraini, confermata ufficialmente dal Ministero delle Situazioni di Emergenza, ha destato molto meno scalpore e attirato molta meno attenzione da parte dei Media della soppressione dei cani randagi. Questo paradosso deriva forse dal fatto che le associazioni animaliste sono più attive di quelle umanitarie, ma rischia di far pensare che la vita di un cane abbia più valore di quella di un essere umano.
L’Ucraina non è l’unico paese che ha suscitato le proteste degli animalisti. Altri Stati, anche con uno sviluppo economico e un tenore di vita molto più elevati di quelli ucraini, si sono ritrovati nel mirino: “Fermiamo le soppressioni dei cani croati”, “Vota contro l’uccisione dei cani in Romania”, “Boicotta le vacanze in Spagna contro il massacro dei cani!”. E contro lo sterminio dei cani in Serbia ha parlato il ministro degli Esteri italiano Franco Fratini; importanti giornali hanno denunciato l’allarme cani randagi in Grecia, legato alla crisi economica. Attualmente però, in base al numero di pubblicazioni e programmi dedicati, è l’Ucraina il paese nemico dei cani per eccellenza.

Nonostante le difficoltà economiche, il governo dell’Ucraina ha adottato misure per adeguarsi alle normative internazionali nel campo della difesa dei diritti degli animali. Il Paese ha infatti firmato l’apposita convenzione Europea; nell’ultima legge finanziaria sono state stanziate trenta milioni di grivne (circa 3 000 000 euro)per la costruzione di rifugi per animali randagi. Il 3 febbraio scorso il Ministero ucraino dell’Ecologia ha firmato l’accordo Vier Pfoten International che prevede misure per l’individuazione e la sterilizzazione degli animali randagi con l’intenzione di risolvere questo problema nel giro di 3-4 anni.

E’ opinione comune che il rispetto e l’attenzione per gli animali misurino il grado di civiltà di un popolo. Ma allora cosa accade quando l’amore per la vita degli animali supera quello per la vita degli esseri umani?

Marianna Soronevych,
caporedattrice di Gazeta Ukrainska, il giornale degli ucraini in Italia

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