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HOLODOMOR, la memoria negata. La grande fame nel “granaio dell’Europa” 1932-33

   Holodomor è il nome attribuito alla “carestia” che si verificò in Ucraina negli anni 1932-1933. Il termine deriva dall’espressione ucraina moryty holodom (Морити голодом), che significa “infliggere la morte attraverso la fame”.

L’ Holodomor fece milioni di morti, soprattutto contadini. Nessuno nega questo fatto, mentre si discute sull’entità del numero delle vittime – la cifra generalmente riconosciuta è di 7 milioni –, sul corso degli eventi e sulle cause sottostanti. Esso corrisponde alla definizione giuridica di genocidio, in quanto fu il risultato di una serie di misure consapevolmente messe in atto dal regimesovietico. Della “carestia” si è cominciato a parlare solo negli anni ’80 durante la perestroika.

Sebbene oggi nella Repubblica Ucraina si commemori ufficialmente l’Holodomor in una giornata ad esso dedicata, per lunghi anni di quei fatti non si poté parlare né a livello pubblico né a livello interpersonale. Intere generazioni scomparvero in pochi mesi, ma il dramma, oltre che minimizzato se non del tutto negato, fu posto sistematicamente sotto silenzio. Si perpetuò per decenni da parte dell’ex regime sovietico la volontà di rimuovere a livello collettivo la memoria dei fatti, come se, così facendo, se ne potesse cancellare l’esistenza.

 

IL PROGETTO

Il progetto di raccontare questi fatti oggi,con lo scopo di diffondere la conoscenza di questo genocidio ancor oggi poco conosciuto attraverso una produzione video, muove proprio da queste ultime considerazioni. Il focus è posto sul concetto di memoria, sul suo perpetuarsi o sul suo essere negata. Più che raccontare il fatto storico in sé, il nostro intento è quello di verificare il rapporto memoria/oblio prendendo la “carestia” come paradigma.

Ideazione

Ideatori del progetto sono: l’Associazione Culturale e Umanitaria “Il Ponte-Mict” Onlus (Caldogno,Italia) che da anni si adopera anche nell’organizzare i soggiorni in Italia dei bambini ucraini provenienti dalle aree colpite dal disastro di Chernobyl, e l’ “Istituto per le Ricerche di Storia” di Vicenza (Italia), che alcuni anni fa ha promosso un importante convegno internazionale sul tema della “carestia” e che ora fornisce supporto scientifico al progetto.

Regia

Registi del video sono: Fabio Ferrando e Manuel Baldini, entrambi già autori di un video dedicato alla commemorazione del ventennale della tragedia di Chernobyl presentato in Italia e Ucraina e premiato nel 2006 con una menzione speciale al Festival di Film documentario di Kiev.

Fasi di lavoro

Nel marzo 2013 è stata effettuata una missione in Ucraina con approdo nella città di Lviv e spostamento verso Kiev, per riprese del paesaggio. A Kiev il punto di riferimento per la raccolta di interviste a persone di diverse generazioni è stato il Memoriale all’ Holodomor. Prezioso materiale, tra cui latestimonianza di una testimone diretta della “carestia”, è stato raccolto attorno a Targan, in una regione che fu particolarmente colpita.

Durante l’estate la lavorazione è proseguita con la traduzione delle interviste, la visione e l’organizzazione del materiale audiovisivo e con la stesura della sceneggiatura; si sono presi contatti con dei musicisti per

la composizione della colonna sonora e si è definito un preciso piano di lavoro per portare il film a compimento; se il budget lo consentirà, è prevista un’altra sessione di riprese.

Budget

La produzione del video, che sarà doppiato in inglese, italiano e ucraino ha un costo previsto di 14.000 euro, coperto finora in minima parte da una sponsorizzazione.

Si ipotizza una presentazione ufficiale del video a Vicenza, alla presenza dell’Ambasciatore d’Ucraina a Roma. La realizzazione del video prevede anche la partecipazione a Festival cinematografici in Italia e all’estero, la messa in onda televisiva, l’utilizzo in ambito di convegni e manifestazioni.

 

Una delle pagine più crudeli della storia recente ucraina ed europea vuole semplicemente essere raccontata e resa nota, affinchè ciò che resta della memoria non sconfini nell’oblio.

Ci serve il vostro sostegno.

 

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