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Badanti ucraine, appello a Firenze «Sostenete la lotta dei nostri figli»

   Vicine ai manifestanti che a Kiev vorrebbero l’accordo con l’Unione europea

 Hanno lasciato il proprio paese, l’Ucraina, e i propri cari, per cercare un lavoro e poterli mantenere. Ma non li dimenticano, seguono con «il cuore stretto in un grande dolore» le notizie che arrivano da Kiev, e vogliono essere vicine al loro popolo, anche da lontano. Così un gruppo di donne ucraine che vivono e lavorano a Firenze lancia un appello agli italiani «per sostenere i nostri figli, i nostri fratelli e i nostri mariti e le nostre madri e sorelle, che in questo momento stanno lottando per scegliere i valori europei».

Mentre a Kiev le persone, a migliaia, scendono in piazza per protestare contro la decisione del presidente Viktor Yanukovich di fermare il processo di integrazione dell’Ucraina nell’Unione Europea, le ucraine fiorentine fanno sentire, anche da qui, la loro voce. Sono «indignate per il comportamento che il presidente dell’Ucraina ha contro il suo popolo che vuole andare avanti e fare un accordo con l’Unione Europea per una possibilità di alzare il tenore di vita, migliorare l’insegnamento, la ricerca e la cultura», sostengono «con forza la manifestazione» e sperano «sempre che il presidente alla fine ascolterà la sua gente». «Da più di tre settimane vediamo e leggiamo notizie dal nostro paese martoriato e i nostri cuori si stringono in un grande dolore», dicono. «Adesso è arrivato il tempo per il popolo ucraino di sviluppare la sua evoluzione sociale e liberarsi da ambizioni imperialiste della Russia. Il presidente e il governo corrotto sono incapaci di garantire per il popolo posti di lavoro assistenza medica libertà di espressione. Noi donne ucraine siamo state forzate a lasciare il nostro paese, i figli, i mariti, i genitori anziani e tutto quanto per mantenere i nostri familiari. Qui in Italia proviamo cosa è la vita civile, la libertà di parola, la medicina a livello alto, cibo di ottima qualità. Vogliamo anche per il popolo ucraino queste cose preziose».

 

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