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Il grido di dolore della comunità ucraina

   «Basta Putin, basta Yanukovich, vogliamo l’Europa». Manifestazione davanti al consolato russo: «Torneremo ogni giorno finché la Russia non se ne andrà»

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«Ucraina libera, Ucraina libera!». E’ un grido di dolore, preoccupazione, rabbia. E’ il grido della comunità ucraina a Firenze che ha deciso di non rimanere con le mani in mano mentre nel loro paese si rischia la guerra. Trenta persone circa hanno colorato cartelli, hanno disegnato la faccia di Putin con le sembianze di Hitler, hanno tirato fuori la loro bandiera. E sono andate davanti al consolato russo in via Guicciardini. Ma soltanto un piccolo gruppo di cinque persone è stato autorizzato a rimanere, gli altri si sono dovuti spostare in piazza Pitti.

«Vogliamo dire no a questa invasione, basta Putin, basta Yanukovich», urlano intonando dei canti ucraini. Nessuno di loro viene dalla Crimea, in tanti hanno lasciato lì le proprie famiglie: «Non sono preoccupata per me e per il mio futuro, la mia vita l’ho vissuta, sono preoccupata per i miei nipoti», racconta una manifestante. Dalle finestre del consolato qualcuno sposta le tende, si affaccia timidamente, poi se ne va. Qualcuno di loro sogna l’Europa: «Volevo avvicinarmi all’Europa – dice una signora ucraina – e invece comanda sempre Putin». Hanno deciso che torneranno ogni giorno davanti al consolato: «Fino a quando la Russia non sarà andata via».

Dopo il presidio sotto il consolato, una ventina di manifestanti si è diretta verso il Consiglio regionale di via Cavour per protestare contro la presenza a un convegno di Natalia Vitrenko, la presidente del Partito Socialista Progressista ucraino ed ex candidata alle presidenziali, reduce da una conferenza stampa all’Europarlamento in cui ha accusato Ue e Usa di aver «sostenuto un golpe nazista in Ucraina», ragione per cui, ha aggiunto oggi Vitrenko, «non va condannata la reazione della Russia con l’invio dei soldati russi in Crimea». In ogni caso, ha detto, «l’ultima parola spetterà al referendum». Qualche momento di tensione si è vissuto quando una giovane manifestante, accompagnata dalle forze dell’ordine, è entrata nell’Auditorium del convegno per esprimere la posizione dei dimostranti. «Putin ritiri le truppe, no alla guerra» ha detto la donna, subito attaccata da un signore del pubblico che ha cercato di prendere la parola alzandosi in piedi. All’incontro erano presenti i consiglieri regionali Gabriele Chiurli (Democrazia Diretta) e Monica Sgherri (Rifondazione Comunista).

 

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